domenica 9 agosto 2009

Pesce-cane

Un’altra alba rompe, con lividi preamboli, il flusso inarrestabile di emozioni che agita il mio petto addormentato. Immagina la costernazione nell’accorgermi che la pressione avvertita sul torace non è effetto del tuo corpo sul mio, bensì la suggestione fugace indotta dal sonno e dall’abitudine. Il braccio con il quale solevo cingerti la vita non incontra altra resistenza oltre quella delle lenzuola. La disillusione è forse la sveglia più dolorosa, ma al contempo la più efficace, dai sogni effimeri della notte. Resto a letto per alcuni minuti, tramortito dal brusco risveglio nella solitaria realtà che mi circonda. Da dietro la finestra osservo il brillare di Venere nel firmamento del primo mattino, ove le nuvole, ormai scariche della pioggia della notte scorsa, trattengono ancora le ombre nere della notte, mentre squarci di sereno rispecchiano già i primi raggi dell’astro nascente, acquattato dietro qualche tetto a oriente. Traggo auspici favorevoli per una nuova giornata d’attività fisica sentendo un’altra volta emergere, dal fondo del mio spirito, quell’energia irrefrenabile che, destandosi di concerto con le prime luci dell’alba, richiede sfogo immediato. [...]